8 Febbraio 2023 – Con riferimento alle dichiarazioni apparse sulla stampa – conseguenti alle notizie più recenti di indagini nel cui merito l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po non entra nel pieno rispetto del lavoro degli inquirenti – è di assoluto rilievo evidenziare la piena correttezza e trasparenza dei percorsi partecipativi svolti e della conformità dei processi burocratici espletati per lo studio sulla Risorsa Idrica in Val d’Enza. I documenti sono consultabili sul portale dell’ente e disponibili a tutti coloro che volessero approfondire in modo esaustivo il tema. In prima istanza è errato parlare di “progetto diga di Vetto”.  Lo studio, realizzato su richiesta e successivo accordo con la Regione Emilia-Romagna e pubblicato da ADBPo come segreteria tecnica in team operativo con l’Università di Parma-Dipartimento di Ingegneria e Architettura e Università di Bologna-Dipartimento di Scienze Tecnologiche agroalimentari, nasce in seguito alla periodica e perdurante carenza di risorsa idrica per impiego irriguo manifestatasi nel tempo in Val d’Enza tra i territori delle province di Reggio Emilia e Parma. A questo proposito viene costituito nell’ottobre 2017 il TTE-Tavolo Tecnico Regionale Enza comprensivo di diversi enti: Regione Emilia-Romagna, Provincia di Reggio Emilia, Provincia di Parma, Comune di Bibbiano, Comune di Palanzano, Comune di Sorbolo, Consorzio di Bonifica Emilia Centrale, Consorzio della Bonifica Parmense, Consorzi irrigui privati. Lo stesso TTE avanza, nel giugno 2018, la stima dei fabbisogni indicando il deficit idrico e sottolineando la necessità di procedere ad uno studio integrato. A questo punto la Regione indica nell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po l’ente in grado, per competenza, di svolgere tale studio. L’Autorità, a sua volta, si è avvalsa delle conoscenze esperte ed aggiornate, tecniche e legislative – nel rispetto delle normative comunitarie (Direttiva Quadro Europea “Acque” 2000/60/CE) – dei due Atenei di Parma e di Bologna. Le strategie utili alla riqualificazione del bacino dell’Enza e l’insieme delle azioni più efficaci, integrate e concomitanti, volte al risparmio idrico e all’utilizzo consapevole della risorsa, troveranno ulteriore analisi ed approfondimento nei diversi scenari potenzialmente realizzabili a medio e lungo termine durante le prossime riunioni del Contratto di Fiume. Si segnala anche che l’eventuale progetto di invaso, successivo allo studio e rispondente all’esigenza di colmare il deficit idrico – presentato dall’Autorità e non ancora finanziato dal Ministero delle Infrastrutture – è stato proposto da questa Autorità all’interno del Piano Invasi stilato dal Governo e in linea con le normative europee.

ADBPo_Val_dEnza_ComunicatoStampa_08_02_2003