La strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 si prefigge di riportare, entro il 2030, la biodiversità in Europa sulla via della ripresa, con l’intento di garantire che entro il 2050 tutti gli ecosistemi del pianeta siano ripristinati, resilienti e adeguatamente protetti.

Come ciò si può concretizzare in un contesto fluviale?

Attraverso il ripristino degli ecosistemi di acqua dolce e le funzioni naturali dei fiumi.

Con quale obiettivo?

  • Conseguire l’obiettivo della direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE) relativo al raggiungimento del buono stato ecologico: obbligo giuridico da rispettare entro il 2027 e a cui sono soggette tutte le acque dell’UE.
  • ripristino degli habitat e delle specie
  • riconnettere il fiume.

Come lo facciamo?

  • Eliminare o adeguare le barriere fluviali
  • Migliorare il flusso delle acque e dei sedimenti
  • Ripristinare le pianure alluvionali e le zone umide

Perché interveniamo proprio su questi aspetti?

A livello europeo, le pressioni di tipo idromorfologico riguardano il 34% dei corpi idrici superficiali. Tali pressioni includono le alterazioni fisiche dell’alveo, della zona riparia o delle rive, le dighe e le barriere, i prelievi di acqua. Nel Distretto idrografico del Po, le pressioni di tipo idromorfologico interessano il 60% dei corpi idrici superficiali (PdGPo2021) e i prelievi ne interessano il 40%.

Per conseguire gli obiettivi della direttiva quadro sulle acque e della normativa UE sulla natura, è necessario concentrarsi sui tipi di pressioni idromorfologiche. Ed è per tale motivo che la Strategia UE sulla biodiversità per il 2030 suggerisce proprio un duplice approccio di eliminazione/adeguamento delle barriere e il ripristino delle pianure alluvionali e delle zone umide.

Cosa stiamo facendo?

  • Azioni volte a colmare le lacune in termini di conoscenze: mappatura completa delle barriere a livello di bacino, studi per migliorare il flusso delle acque e dei sedimenti,
  • Azioni di studio e monitoraggio degli habitat negli ambienti acquatici e sperimentazione di approcci innovativi nel campo del monitoraggio degli ecosistemi acquatici, con ricorso a tecniche di telerilevamento e DNA metabarcoding

Come stanno le aree umide lungo il Po?

Il caso studio della lanca di retro- pennello di Gussola:

ci troviamo a circa 35 km a valle di Cremona: in questo tratto il paesaggio fluviale è caratterizzato da un assetto dell’alveo di magra fortemente influenzato dalle opere longitudinali per la navigazione (pennelli), che hanno determinano nel tempo una struttura monocursale). La larghezza dell’alveo attivo (che include alveo bagnato e barre di sedimenti) varia tra i 250 e i 400 metri. La trasformazione in unicursale ha determinato inizialmente la formazione di lanche e ambienti lentici e palustri in corrispondenza dei rami abbandonati. In seguito alla modificazione dello spazio fluviale conseguente alla sua sistemazione a corrente libera per la realizzazione della via navigabile oltre alle intense attività di estrazione degli inerti dall’alveo inciso a partire dagli anni ‘60 fino a quasi tutti gli anni ’80, si è innescato un forte processo di canalizzazione e abbassamento del fondo alveo. Ciò ha generato la progressiva sedimentazione delle lanche e dei rami laterali, con conseguente perdita di ambienti fluviali a favore dell’accrescimento delle aree golenali.

A causa dell’abbassamento del fondo alveo, i pennelli di navigazione, a suo tempo dimensionati in quota per contenere le portate di magra ordinarie (circa 800 m3/s), oggi contengono portate di piena ordinaria fino a circa 4.000 m3/s, con il risultato che la lanca di retro pennello si trova in connessione idraulica con il fiume Po al massimo una volta all’anno. La disconnessione dell’area golenale si riflette in una banalizzazione degli ecosistemi perifluviali e nella perdita della connotazione idro-igrofila di tali ambienti, come dimostrato dalle prime analisi e monitoraggi svolti dall’UNIVERSITà DI PARMA – Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale, nell’ambito di una convenzione con ADBPO per l’analisi degli effetti ecologici a seguito dell’abbassamento del pennello di navigazione del fiume Po a Gussola, in località Isola Maria Luigia. Il Progetto sperimentale di abbassamento del pennello di navigazione di Gussola (CR), di cui sono iniziati in questi mesi i lavori, rappresenta un’attività fondamentale per innescare un recupero funzionale del Po stesso. Si tratta, infatti, di un progetto pilota di rilevante valenza ecologica la cui realizzazione innescherà benefici effetti a cascata sulla biodiversità del Po e degli ecosistemi ad esso associati.

Lo stato ante operam:

i risultati raccolti nel corso del primo anno di monitoraggio (ante intervento di abbassamento del pennello) evidenziano un sistema – quello della Lanca – attualmente in forte stato di criticità ambientale, segno di una evidente disconnessione con il fiume. La vegetazione è ampiamente dominata da specie aliene; le farfalle e libellule rilevate risultano tipiche di un ambiente acquatico estremamente semplificato e sono assenti le specie di interesse conservazionistico e indicatori della salute degli ecosistemi. La comunità ittica risulta assai semplificata e dominata da specie alloctone (alburno, carassi, gambusie, pesci siluro), mentre l’avifauna – localmente diversificata – presenta poche specie strettamente dipendenti da un punto di vista ecologico dalla lanca e/o da ambienti acquatici. La qualità chimico-fisica di acque e sedimenti è scadente, e le zone più profonde della Lanca (al di sotto dei 2 m di profondità) risultano a rischio di anossia e di essere, quindi, inadatte alla sopravvivenza della fauna acquatica.

Prospettive future a seguito dell’abbassamento del pennello:

L’abbassamento del pennello e la conseguente intensificazione delle interazioni idrauliche fiume e ramo laterale consentiranno il periodico rinnovamento della massa d’acqua e il rinnovamento dei sedimenti superficiali, con conseguente miglioramento della qualità delle acque e la ricreazione di habitat fluviali.

PROGETTI IN CORSO:

  • Progetto di Rinaturazione dell’Area del Po, finanziato nell’ambito degli investimenti del PNRR: progetto di rinaturazione e riqualificazione fluviale del Po che prevede diverse azioni per il recupero della funzionalità dei sistemi fluviali, riattivando i processi naturali e  favorendo il recupero della biodiversità https://www.adbpo.it/pnrr-po/
  • Progetto pilota di abbassamento del pennello di navigazione del Po a Gussola: si tratta di un intervento di miglioramento del flusso delle acque e dei sedimenti, che contribuirà da un lato alla tutela e recupero degli ecosistemi e della biodiversità, perseguendo così gli obiettivi della direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE) e, allo stesso tempo, un miglioramento della sicurezza idraulica, nella logica cosiddetta win-win.